L’isola più grande del Mediterraneo sorprende per la diversità visiva
L’isola più grande del Mediterraneo sorprende per la diversità visiva
la Sicilia appare quasi irriconoscibile: La Scala dei Turchi richiama le scogliere bianche di Dover; i Calanchi di Cannizzola evocano le distese lunari dello Zabriskie Point americano; l’Argimusco, con i suoi megaliti, rimanda alla spiritualità arcaica di Stonehenge; le betulle dell’Etna potrebbero appartenere a un bosco svedese; il bosco di Malabotta, infine, sembra uscito da una fiaba nordica, con la sua luce filtrata e il suo silenzio immobile.
Ogni fotografia è un invito a guardare l’isola con occhi nuovi. Il paesaggio, svuotato dai segni più ovvi dell’identità locale, acquista una dimensione universale. Non è più “la Sicilia”, ma un atlante di possibilità geografiche, un continente in miniatura, una terra che sembra altrove ma è profondamente sé stessa.